VENTI DA GENOVA

canto teatrale per coro, cantastorie,

due guardie e un Clown

è una produzione di Archivi Della Resistenza e Teatro dell’Assedio.

 

“Venti da Genova” è uno spettacolo musicale civile, che spazia dalla poetica rivoluzionaria alla testimonianza dei fatti e dei sentimenti che attraversarono le strade e le piazze di Genova vent’anni fa, nei giorni del G8, della protesta, della repressione.

 

Sulla scena molte voci – cantando, rivendicando, raccontando, ridendo, soffrendo – si alternano fra canzoni di lotta, testimonianze e poesie. Il cabaret diventa grand Guignol, aprendo sipari grotteschi e violenti sulle figure del Potere e della repressione che in quei giorni arrivò oltre ogni limite.

 

Le testimonianze fondate sul libro “LA RIVOLUZIONE NON È CHE UN SENTIMENTO 20 interviste a 20 anni dal G8 di Genova” (a cura degli Archivi della Resistenza, in uscita nella collana Verba Manent di ETS) danno corpo alla parte documentaria dello spettacolo, alternandosi ai testi ed alle canzoni originali di Alessio Lega, Michelangelo Ricci, Davide Giromini ed alle poesie di Federico Garcìa Lorca, Jacques Prévert, Wystan Hugh Auden. La drammaturgia è frutto di elaborazione collettiva e immersione in quella pagina rimossa della nostra cronaca.

 

 

Teatro politico in senso brechtiano, proprio per il tentativo di connettere i fatti di Genova alla storia d’Italia, alla stagione delle lotte e delle stragi (Bologna 80). Musica elettronica, coro greco di Erinni in lotta, vorticosa successione di sketch, pantomima, canzone narrativa, teatro danza. Lo spettacolo utilizza ogni mezzo espressivo per ridare vita alla battaglia di Genova, fatto epocale per la storia del nostro paese che ancora condiziona la nostra vita civile pesando sulle generazioni.

 

La regia è di Michelangelo Ricci, sulla scena Alessio Lega, Davide Giromini, Maria Grazia Fiore, Maurizio Muzzi, Simona Baldeschi, Giusi Salvia, Giuseppe Scavone, Soledad Flemma, Anna Martinese. Sonorizzazione e Arrangiamenti Rocco Marchi. L’illustrazione della locandina è di Sofia Figliè.

Amaro Partigiano